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Consigli utili

Vitamine e salute degli occhi (Vitamina B2 e C) - Commenti (0)

vitamina c e b2

Gli occhi, come tutti gli altri organi, traggono beneficio anche dagli alimenti e dalle vitamine in essi contenuti. 

Vitamina B2 e C

Anche la vitamina B2 è strettamente collegata al buon funzionamento della vista e al mantenimento della salute degli occhi: la sua carenza, infatti, potrebbe provocare bruciore, sensibilità alla luce, prurito, lacrimazione, fino alla paralisi dei muscoli oculari. Questa vitamina si trova nel fegato, nei cereali, nel lievito e nelle uova.

Anche la vitamina C, l’antiossidante per eccellenza, ha un ruolo essenziale per la salute degli occhi; Insieme alla vitamina E, infatti, protegge l'organismo dall'attacco dei radicali liberi. Per questo motivo la vitamina C potrebbe esere un valido aiuto per prevenire alcune patologie degenerative oculari. La vitamina C è utile nel trattamento del glaucoma e potrebbe contrastare la progressiva perdita della vista, evitando "l'indurimento" dell'occhio. E' utilizzata anche nella prevenzione delle ulcere corneali ed elimina le infezioni. È onnipresente nei vegetali, in particolare nel limone e negli agrumi in generale, nei vegetali a foglia larga, nelle fragole, nei peperoni, nei pomodori e nei cavolfiori.

 

Vorresti sempre avere dei consigli utili a mantenere i tuoi occhi in salute? Ti segnaliamo Nutrire gli Occhiportale dedicato alla stretta correlazione tra cibo (vitamine) e salute degli occhi. 

 

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Occhio all'estate ! - Commenti (0)

sole

 

Per valorizzare le ore trascorse all’aperto e preservare la salute degli occhi è fondamentale proteggerli dalla luce solare con occhiali da sole, che non devono necessariamente essere alla moda. È necessario, piuttosto, che la montatura sia adeguata al volto e, soprattutto, che i filtri siano di qualità.

Gli occhiali da sole proteggono dalla radiazione luminosa nociva e attenuano la luce che entra nell’occhio. Gli occhiali da sole con filtri o lenti filtranti di qualità sono il miglior mezzo per proteggere gli occhi dai danni indotti dalla luce solare. Per essere di qualità devono eliminare i raggi UV, ridurre in modo significativo la trasmissione dei raggi IR, ridurre l’intensità della radiazione visibile e non alterare l’equilibrio cromatico della percezione visiva. La classificazione dei filtri solari protettivi e quindi degli occhiali da sole tiene conto del livello di protezione e dell’uso. La EN 1836/1997 prevede cinque classi, dette categorie di protezione, che sono stabilite in base alla quantità di luce che il filtro lascia passare (trasmittanza): più alto è il numero, più il filtro assorbe la radiazione luminosa.

L’utilizzo di occhiali da sole con filtri di qualità è

particolarmente importante in vacanza, dove l’elevata riflettanza delle superfici orizzontali (la sabbia della spiaggia oppure la neve delle piste da sci) veicola alte dosi di raggi UV e luce blu verso l’occhio; è però opportuno anche in città, dove è buona regola indossarli anche quando il cielo non è limpidissimo. Se i filtri sono di qualità, proteggono dai danni e preservano la cute intorno agli occhi dall’invecchiamento precoce, contribuendo a ritardare la formazione delle rughe. Se i filtri non sono di qualità, non sono soltanto inutili ma anche dannosi in quanto favoriscono una maggior apertura pupillare (midriasi) e, di conseguenza, un aumentato passaggio della radiazione blu e UV.

Al sole la categoria più a rischio è quella dei bambini, nei quali l’azione protettiva del cristallino non è ancora efficace. Una parte dei genitori sottovaluta l’esposizione prolungata alla luce solare e non dota i propri figli di adeguati occhiali da sole. L’acquisto di un occhiale di qualità è invece il punto di partenza per una corretta prevenzione visiva; se adattati opportunamente alla misura del volto del bambino, non gli daranno alcun fastidio e gli garantiranno sicurezza e potezione durante l’esposizione al sole. Gli occhi dei bambini sono sensibili e delicati ed è quindi ancor più importante proteggerli con occhiali da sole di qualità.

Via: ProfessionalOptometry

 

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Cina: il 90% della popolazione è miope - Commenti (0)

cina e miopia

Nei Paesi orientali, la difficoltà a vederci da lontano si sta diffondendo in modo esponenziale. Non si tratta di un’epidemia circoscritta, anche se in Asia è più grave: in Occidente l’incidenza nelle nuove generazioni è raddoppiata (e certo non è in calo tra gli adulti). La ricerca ha però finalmente individuato le cause di questo difetto, tanto che oggi non solo è possibile curarlo, ma anche prevenirlo.

L’Estremo Oriente – Shangai, Singapore, Hong Kong e Corea – si colloca regolarmente al top delle valutazioni dei sistemi educativi di 65 nazioni compiute dal programma Pisa-Ocse. Gli straordinari risultati scolastici dei bambini asiatici non sono dovuti a particolari caratteristiche del sistema educativo; le ragioni sono altre. Spinti dalla pressione ad eccellere, i ragazzi dell’Asia Orientale trascorrono sui libri fino a 14 ore al giorno contro le 5-6 ore degli studenti occidentali. Il risultato? L’ondata di miopia, appunto. Sessant’anni fa i cinesi miopi erano il 10-20% della popolazione, oggi sono il 90%. E a Seul sono miopi il 96,6% degli adolescenti.

Anche se non altrettanto drammatico, anche in Occidente si registra un aumento di giovani miopi, sia negli Stati Uniti che in Europa. Negli anni  70 del secolo scorso era miope il 25% della popolazione statunitense, oggi lo è il 40%. L’Italia non fa eccezione: 40 anni fa era miope il 13% degli italiani sotto i 30 anni, oggi il 25-30%: quindici milioni di italiani.

Una decina di anni fa due oculisti australiani, Katryn Rose dell’University of Sidney e Ian Morgan dell’University of Camberra, hanno selezionato 2.367 studenti dodicenni di Sidney: li hanno sottoposti a visita oculistica e ad un questionario sulle loro attività diurne, tralasciando il tempo trascorso sui libri. Il tasso più basso di miopia era associato al numero maggiore di ore trascorse all’aperto, mentre il tasso più elevato si ritrovava fra i bambini che trascorrevano meno tempo fuori casa. Lo studio fu pubblicato nel 2008 sulla rivista scientifica Ophtalmology e da allora tutti quelli successivi hanno continuato a confermare che maggiore è la durata della permanenza all’aria aperta e minore è il rischio di sviluppare la miopia. La luce, quindi, ha un effetto protettivo contro la miopia. Ma quanta ce ne vuole?

L’unità di misura dell’illuminamento è il lux che equivale alla luminosità di una candela a 3 metri di distanza. Morgan calcola che, per proteggerli dalla miopia, i bambini debbano restare all’aperto almeno 3 ore al giorno esposti a una luminosità di 10mila lux, misurati all’ombra di un albero in una giornata estiva di sole brillante indossando occhiali scuri.

E se non si riesce a curare in tempo la miopia infantile? Nell’adolescenza, per rallentare l’evoluzione del difetto, si possono indossare le lenti rigide per ortocheratologia: si portano di notte e modificano la curvatura della cornea riducendo la miopia diurna. Dopo i 25 anni si può ricorrere alla chirurgia refrattiva per correggere il difetto definitivamente. Complicanze gravi possono essere infezioni, ulcere della cornea, aumento della pressione intraoculare e glaucoma. Di queste terapie, tuttavia, non si conoscono ancora i risultati a lungo termine. Meglio prevenire.

 

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