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Prevenire è meglio che curare

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visita oculistica

 

La vista è un bene supremo. Concetto radicato, ma che fa sempre bene ripeterlo.

Quello che spesso ignoriamo è che ci sono varie fasi nella vita del nostro occhio che richiedono tutta la nostra attenzione proprio per la poca importanza che spesso gli attribuiamo.

Nella fascia di età tra i venti ed i trenta anni è sempre opportuno raccomandare controlli visivi periodici perché ci ritroviamo in un periodo in cui il rischio di una compromissione dell’occhio è elevata e possono aumentare i più comuni vizi di refrazione. Come ad esempio la miopia.

La miopia, come i più comuni difetti refrattivi quali l’astigmatismo e l’ipermetropia, obbligano all’utilizzo degli occhiali o delle lenti a contatto.

Inoltre, la seconda e terza decade di vita (talvolta anche prima) è caratterizzata dall’esordio del cheratocono. Il cheratocono è una patologia che colpisce ogni anno 50 persone su 100.000 ed è una malattia legata ad una debolezza strutturale della cornea che tende progressivamente a sfiancarsi assumendo lentamente la forma di un cono. In questo caso la terapia prevede l’utilizzo di occhiali speciali, denominati aberrometrici, e paticolari lenti a contatto. Fino a qualche tempo fa l’alternativa ad alcuni casi più gravi era il trapianto della cornea, oggi abbiamo la possibilità di ricorrere ad una laser terapia denominata cross linking che permette di rinforzare la struttura della cornea.

Per cui è fondamentale effettuare una visita oculistica se la visione diventa sfuocata, se si hanno delle difficoltà nel vedere da lontano o da vicino e se compaiono dei sintomi come bruciore, sensazione di corpo estraneo o eccessiva lacrimazione. I controlli saranno annuali in presenza di patologie o di difetti di vista conclamati, ogni due tre anni in assenza di sintomi.

 

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