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Messaggio di "2015" agosto

Come scegliere le lenti a contatto - Commenti (0)

lenti a contatto

La lente a contatto più confortevole rimane sempre le lente a contatto usa e getta. Per noi che diamo un consiglio sul primo utilizzo, essa rappresenta quasi sempre la scelta migliore.

Oltre a qualche piccola incertezza sul piano della manualità, ci si sente sempre sicuri di ridurre al minimo il rischio di infezioni, aberrazioni o arrossamenti proprio per la sua tipica caratteristica intrinseca svelata da suo appellativo, vengono indossate la mattina e la sera vengono tolte o meglio, in genere, vengono messe per  periodi brevi all’interno dello stesso arco della giornata. Per non parlare poi di un utilizzo legato solo ad alcuni particolari ambiti come gli hobby o lo sport, indossiamo le lenti a contatto per poche ore due o tre volte a settimana per poi portare l’occhiale durante il resto della settimana. Oppure le utilizziamo solo per il fine settimana quando l’occhio non è sottoposto a stress visivi e sentiamo il bisogno di sentirci liberi e goderci una giornata di svago all’aperto. In linea di massima questi rappresentano i casi in cui il loro utilizzo si rifà ad una soluzione ottimale, priva di qualsiasi controindicazione.

Per le persone più navigate in materia, le lenti a contatto mensili garantiscono ovviamente dei buonissimi risultati a fronte di una maggiore attenzione. Il seguire attentamente tutti i passaggi per il loro utilizzo riduce notevolmente il rischio di contaminazione. Come è facile dedurre, per quanto operiamo in condizioni di massima sicurezza, i contenitori delle lenti a contatto non sono cosi sterili rispetto i blister delle lenti una e getta. Bisogna porre il giusto grado di attenzione alla sostituzione periodica del contenitore, alla lubrificazione e al risciacquo della lentina in modo da essere sicuri di operare in un ambiente controllato e del tutto igienico.

In conclusione, il loro utilizzo viene sempre affidato alla razionalità del portatore onde evitare di sfociare in qualsiasi abuso, sottoponendo l’occhio a controindicazioni poco piacevoli.

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La visione come bene primario - Commenti (1)

visione bene primario

L’occhio è l’organo di senso per eccellenza, quello che permette all’essere umano e agli altri esseri viventi di entrare in comunicazione con il mondo esterno: il vedere, come abbiamo potuto osservare nel corso della storia, ha avuto una fondamentale importanza ai fini di quel senso di sopravvivenza che nel corso dei secoli ha consentito all’essere umano di evolversi e di tramandare il proprio operato alle generazioni successive con lo scopo di conservare ed offrire quel senso di continuità della specie che è alla base del senso della vita su questo pianeta. Forse anche per queste motivazioni, per l’intimo legame anatomo-fisiologico tra occhio, mente e cervello, l’organo della vista ha da sempre esercitato un forte fascino  non solo dal punto di vista medico –scientifico, ma anche mantenendo un certo fascino mistico e misterioso.

Basti pensare a ciò che tutti i giorni possiamo osservare, apprezzare, confrontare per renderci immediatamente conto di quanto sia fantastico il mondo della visione e di ciò che rappresenta per noi nel corso della nostra esistenza: pensiamo ad esempio al privilegio di apprezzare i colori, elemento fisiologico quasi esclusivamente riservato al genere umano e solo ad alcune specie animali come gli uccelli, i rettili, i pesci, gli insetti, ma non alla maggior parte dei mammiferi, scimmie incluse, che mantengono una visione cromatica rudimentale e in certe specie addirittura assente.

Queste considerazioni di carattere generale dovrebbero essere in grado di far capire alla maggior parte delle persone quanto sia prezioso il vedere e quanto sia importante tutelare l’organo della vista, con ogni sforzo, con ogni conoscenza scientifica e soprattutto con ogni mezzo, anche a costo di uscire dalle severe ristrettezze mentali e interpretative dei “sacri testi”, che come tutte le grandi opere scritte dall’essere umano non sono altro che la rappresentazione della realtà in un preciso e determinato momento storico, una fotografia statica di quell’istante con tutti i suoi limiti e le sue possiblità. L’evoluzione tuttavia corre veloce;  adeguarsi ai tempi moderni è diventata cosa ardua e stimolante.

 

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