L’ipermetropia è un difetto visivo spesso dovuto a un bulbo oculare più corto. La conseguenza è che le immagini vengono focalizzate oltre la retina. In genere è un difetto congenito, ma si manifesta perlopiù con l’avanzare dell’età.
Quando il bulbo oculare è più corto le immagini vengono messe a fuoco dietro la retina.
Ipermetropi si nasce, ma in buona parte dei casi ci si accorge di esserlo solo quando si è in là con gli anni. Molti soggetti apparentemente privi di difetti visivi sono, in realtà, ipermetropi lievi- dice Paolo Nucci, direttore della Clinica oculistica universitaria dell’ Ospedale San Giuseppe di Milano e presidente della Società di oftalmologia pediatrica-. L’ipermetropia è un difetto refrattivo (come miopia e astigmatismo) legato perlopiù a un bulbo oculare più corto, cosa che porta le immagini a essere messe a fuoco dietro la retina.
Perché non ci si accorge dell’ipermetropia?
L’occhio ipermetrope, soprattutto nelle forme medio-lievi, ha la capacità di correggere il difetto tramite l’accomodazione, cioè il potere di mettere a fuoco che ha il cristallino. Questa abilità è massima nei bambini e diminuisce con il passare degli anni, per cui l’ipermetropia tende gradualmente a non essere più compensata e quindi a richiedere una correzione. La correzione di solito è necessaria già in giovane età nelle forme gravi non compensate.
Quali le conseguenze dell’ipermetropia?
Di solito l’ipermetropia non ha tendenza alla progressione, anzi in alcuni casi con lo sviluppo dell’apparato visivo può diminuire, perché il bulbo oculare assume una forma più allungata. Nel bambino, però, un’ipermetropia elevata comporta il rischio di ambliopia (occhio pigro) e una tendenza allo strabismo convergente. La prima si sviluppa, per esempio, in presenza di un’ipermetropia diversa nei due occhi: il soggetto può tendere ad accomodare con l’occhio che ha il difetto minore, con il risultato che il cervello riceve sempre immagini sfocate all’occhio che vede meno bene. Lo sviluppo dello strabismo, invece, è spesso legato al fatto che il continuo sforzo di messa a fuoco può portare a convergere troppo gli occhi.
Quando controllare i bambini, allora?
Per i rischi citati, si raccomanda sempre un controllo oculistico verso i tre anni di età. Per la diagnosi si usano goccine che fanno dilatare la pupilla e che, impedendo l’accomodazione, permettono di smascherare l’ipermetropia: lieve (da 1 a 2 diottrie), media (da 2 a 4 diottrie) o elevata (sopra 4 diottrie).
Quali i possibili segnali?
In giovane età le ipermetropie medio-lievi non danno in genere sintomi; a volte ci può essere un lieve affaticamento visivo per il continuo sforzo di accomodazione. Le ipermetropie elevate, invece, comportano quasi sempre difficoltà nella visione sia da lontano che da vicino. Col passare degli anni può ,inoltre, capitare che un’ipermetropia prima compensata inizi a manifestarsi , con visione annebbiata, arrossamento e bruciore agli occhi, e volte mal di testa.
Come si può correggere?
Finché l’ipermetropia viene compensata con l’accomodazione non occorre trattamento ma solo controlli periodici. Quando si rende necessaria una correzione, si può contare su occhiali, lenti a contatto e chirurgia. Gli occhiali hanno lenti convergenti, per far si, come le lenti a contatto, che le immagini cadano sulla retina e non dietro. Per un’ipermetropia elevata si può ricorrere alla chirurgia refrattiva, se vi sono le indicazioni. I risultati sono in genere discreti, ma meno prevedibili rispetto a quanto accade con la miopia. C’è chi propone per disturbi elevati lentine intraoculari da posizionare sopra il cristallino naturale, con il rischio però di favorire un’opacizzazione del cristallino(cataratta). Perciò meglio pensarci bene, specie se il candidato è giovane.
Fonte: Antonella Sparvoli, Corriere della Sera
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