Il cheratocono viene definito come una distrofia corneale che porta ad un progressivo assottigliamento e sfiancamento della cornea. La caratteristica del cheratocono è la particolare forma della cornea, che da asferica diventa conica e la curvatura da regolare diviene irregolare creando una variazione refrattiva tale da causare un notevole calo del visus perché induce astigmatismo irregolare e miopia.
L’incidenza nella popolazione è dello 0,06%, il che significa che 1 persona su 2.000 può manifestare una variazione corneale sintomatica. Nella maggior parte dei casi la deformazione non è dolorosa ( a meno che non sorgano gravi complicazioni) e interessa entrambi gli occhi, anche se talvolta, si manifesta in un occhio solo, in tal caso sarà comunque opportuno controllare periodicamente anche l’occhio controlaterale.
Facilmente il cheratocono fa la sua comparsa in età giovanile e interessa soprattutto individui di sesso maschile.
Come ce ne accorgiamo?
I primi sintomi, che possono indurre ad un sospetto di cheratocono, sono un calo di visione con i propri occhiali associato ad un aumento dell’astigmatismo.
Il modo migliore per valutare la presenza di un cheratocono è eseguire una topografia corneale , descrivendone potere diottrico e forma.
Quali le soluzioni?
Un primo approccio per tentare di ricostruire una superfice corneale otticamente liscia è tramite le lenti a contatto. La riduzione dell’irregolarità ottica e dell’asimmetria avviene in quanto il film lacrimale posto tra epitelio e lente a contatto compensa molte delle irregolarità corneali, consentendo un significativo miglioramento della qualità visiva, mediante una migliore correzione del difetto miopico e di quello astigmatico, ma soprattutto della componente irregolare dell’astigmatismo, tipica del cheratocono.
Una soluzione più significativa e persistente avviene tramite intervento chirurgico. Oggi esiste una procedura non invasiva per la cura del cheratocono: il Cross Linking corneale.
Si tratta di un intervento della durata di circa un’ora dove una soluzione a base di Vitamina B2 viene fissata sulla superficie della cornea, dopo la rimozione del primo strato epiteale superficiale, da una luce ultravioletta al fine di ricompattare i tessuti lamellari sfiancati dalla deformazione tipica della patologia.
Questa tecnica tende a ridurre la possibilità della progressione della patologia, rendendo più regolare la superficie ed aumentando la possibilità di un porto confortevole delle lenti a contatto.
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